Durante la conferenza stampa tenuta dall'allora Presidente del Consiglio, Mario Monti, sono state comunicate le ragioni che hanno portato il Governo Italiano a rinunciare alla candidatura ufficiale di Roma per ospitare le Olimpiadi del 2020.
Un deciso "No" all'organizzazione della grande manifestazione sportiva internazionale, che rappresentava per molti un sogno e una sfida importante.
Dopo attente valutazioni e numerose riunioni tra i Ministri, si è giunti ad una decisione condivisa all'unanimità.
Il motivo principale?
La difficile situazione economica in cui versava l'Italia all'epoca, in piena crisi finanziaria e sotto la pressione di pesanti manovre di austerità.
L’organizzazione dei Giochi Olimpici, sebbene potesse portare benefici a lungo termine in termini di immagine, infrastrutture e turismo, avrebbe richiesto un investimento iniziale stimato in diversi miliardi di euro, una cifra ritenuta insostenibile.
Monti sottolineò come le responsabilità del Governo dovessero orientarsi verso la stabilità economica e il risanamento dei conti pubblici, piuttosto che intraprendere un impegno finanziario rischioso.
Lo stesso Presidente dichiarò che si trattava di “un impegno finanziario che potrebbe gravare, per di più per misura imprevedibile, sull’Italia nei prossimi anni”.
Il rischio di superare i preventivi di spesa era considerato troppo elevato, soprattutto alla luce di esperienze passate in altri Paesi.
Naturalmente, la rinuncia italiana venne accolta con rammarico dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), che aveva lavorato intensamente al dossier di candidatura.
Roma aveva già ospitato con successo le Olimpiadi nel 1960, un evento ricordato ancora oggi per l’efficienza organizzativa e i momenti sportivi memorabili.
Le Olimpiadi a Roma, dunque, furono rimandate a data da destinarsi, lasciando aperta la speranza per una futura candidatura.
Curiosità sulle Olimpiadi 2020
I Giochi Olimpici (XXXII edizione) sono stati poi assegnati a Tokyo ma non si sono svolti nel 2020 (erano programmati dal 24 luglio al 9 agosto), bensì un anno dopo, nel 2021, dal 23 luglio all'8 agosto. Questo perché, come molti ricorderanno, nel 2020 siamo stati travolti dalla pandemia del Covid-19.
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