Pubblicato il 30/03/14e aggiornato il

Abolizione Province. Ecco le nuove Città Metropolitane

Aggiornamento del 2016

Le province italiane sono scese da 110 a 107, perché la Sardegna è passata da 8 a 5 province.

Mentre le Città Metropolitane sono salite da 10 a 14, con l'aggiunta di Cagliari, Catania, Messina e Palermo.

Segue articolo del 2014

Il Senato ha approvato il disegno di legge che riguarda, sostanzialmente, le province. Ma in pratica cosa cambierà?

Province

Prima di tutto ricordiamo che sono 110 (oggi 107) i capoluoghi di provincia attualmente attivi sul territorio italiano. Escludendo alcuni autonomi, a statuto speciale, ne rimangono 86, dei quali la maggior parte (73) o sono in scadenza di mandato, politicamente parlando, oppure commissariati. Ne consegue che solo 13 province possono "vantare" un esecutivo regolare per i prossimi mesi/anni. Un motivo in più, quindi, per non perdere tempo ed attuare subito l'abolizione delle province.

Le province che man mano "perdono" i propri presidenti e le giunte, per la normale scadenza prevista o per decisione dei tribunali, non saranno più interessate dalle elezioni, poiché cesseranno di esistere. Quello che rimarrà saranno associazioni di comuni, dove i rispettivi sindaci decideranno le politiche da adottare per il territorio.

Taglio province, riduzione costi

L'obiettivo è quello di ridurre i costi derivanti da troppi enti incaricati poi di gestire le stesse faccende: Regioni, Province, Comuni. Il nuovo sistema sarà formato, dunque, solo da Regioni e Comuni. Si calcola che con l'attuazione della nuova legge spariranno oltre 700 figure statali di assessore e quasi 2.700 di consigliere provinciale. In "soldoni" significa risparmiare (secondo il SIOPE) minimo 100 milioni di euro all'anno che, per i cinque anni di mandato, diventeranno mezzo miliardo di euro ad elezione provinciale.

Città Metropolitana

Alcuni di questi Comuni, i "super Comuni", saranno trasformati in Città Metropolitana, sullo stile internazionale, già adottato a Londra, Barcellona, Monaco.

Le città prescelte sono:
Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria (aggiunte poi Cagliari, Catania, Messina e Palermo).

Ne consegue che il territorio prima gestito, ad esempio, dalla Provincia di Roma, rientrerà nelle competenze del "super sindaco" di Roma.

Un po' di diplomatico Risiko (famoso gioco da tavolo) tra i Comuni

Con la nuova legge i Comuni, appartenenti ad una determinata provincia, potranno scegliere di "spostarsi" all'interno della vicina Città Metropolitana. La stessa procedura è possibile anche in senso inverso.

Novità rispetto al precedente disegno di legge

Eliminata la procedura che prevedeva l'istituzione (facoltativa, volontaria) di una nuova Città Metropolitana per i territori che superano il milione di abitanti. Eliminata la possibilità di tenere attiva la provincia composta da un terzo dei Comuni che decidevano di non aderire alla Città Metropolitana.
Il "super sindaco" sarà il "sindaco metropolitano", il consiglio si occuperà della gestione del territorio, mentre sarà istituita la conferenza metropolitana, a cui parteciperanno tutti i sindaci della città "allargata".

Le nuove Città Metropolitane in numeri

Roma, Napoli e Milano supereranno i tre milioni di abitanti, mentre Torino si fermerà sui 2,2 milioni. Bari sarà l'ultima Città Metropolitana che supera il milione. A seguire Bologna, Firenze, Genova, Venezia sugli 800-900 mila abitanti e poi tutte le altre. Vedi di seguito tabella con tutti i dati.

Città Metropolitane (aggiornamento) : aggiunte Cagliari, Catania, Messina e Palermo

Altra novità del ddl. Le unioni tra Comuni sono agevolate dallo Stato, in modo tale che possano divenire vantaggiose per gli abitanti che scelgono di "fondersi" in un unica città.

Comuni fino a 3 mila abitanti: consiglio comunale (sindaco, 10 consiglieri, 2 assessori). Comuni tra 3 e 10 mila abitanti: consiglio comunale (sindaco, 12 consiglieri, 4 assessori).

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