Ma cosa cambia in realtà? Come funziona questo nuovo sistema che coinvolgerà milioni di elettori italiani?
Iniziamo con il dire che non entrerà subito in vigore ma a partire dal prossimo anno, precisamente dal 1° luglio 2016. Dopodiché passiamo ad esporre i punti principali.
La riforma prevede l'istituzione di 20 circoscrizioni (una per regione), ognuna delle quali sarà composta da 100 collegi plurinominali. Ogni collegio, a sua volta, sarà suddiviso in seggi (minimo tre e massimo nove). Nelle regioni a statuto speciale, come Val d'Aosta e Trentino Alto Adige (qui, tre seggi saranno di tipo proporzionale), sono previsti collegi uninominali.
Nel momento in cui vi sarà la distribuzione dei seggi, questi potranno essere assegnati solo alle liste che abbiano ottenuto la soglia minima di sbarramento del 3% (a livello nazionale).
La lista che otterrà il 40% dei voti (soglia minima, sempre a livello nazionale) potrà usufruire di 340 seggi (su un totale, alla Camera, di 630 seggi), che corrisponde a circa il 54% del totale. Un premio di maggioranza che dovrebbe garantire la governabilità, secondo i sostenitori di questo sistema elettorale.
Se, invece, nessuna lista riesce a raggiungere il 40% ecco che scatta il ballottaggio, la classica procedura già adottata nelle elezioni amministrative per eleggere il sindaco. Alla tornata elettorale aggiuntiva, il cittadino sarà chiamato a votare scegliendo esclusivamente tra le due liste che hanno ottenuto il maggior numeri di voti. Anche in questo, al vincitore del ballottaggio, saranno assegnati 340 seggi.
Importante: tra le elezioni politiche e il ballottaggio non si potranno stipulare accordi tra le varie liste, creare coalizioni o collegamenti.
I seggi vengono assegnati in base al numero di voti ottenuto, in modo proporzionale.
I vari partiti che decideranno di presentarsi alle elezioni, dovranno depositare il proprio statuto.
A capo della lista elettorale troviamo il candidato capolista. Associato a tale lista vi sarà anche un elenco dei vari candidati. Il cittadino che si recherà alle urne potrà scegliere massimo due nomi (un maschio e una femmina) tra quelli elencati nella lista candidati, ma non potrà indicare il capolista, dato che questo è già segnalato dal partito.
In questo modo, le liste che guadagneranno seggi in Parlamento, saranno rappresentate dal capolista e dai candidati che avranno raggiunto il maggior numero di voti (attraverso il sistema delle preferenze).
Pari opportunità. Le liste saranno presentate agli elettori con un elenco in cui i nomi saranno alternati tra maschi e femmine. Inoltre, il partito che propone i propri capolista deve assicurarsi che non vi siano, per ciascuna circoscrizione, un numero di maschi (o femmine) superiore al 60%. In generale, considerando tutti i candidati per circoscrizione, questo numero non potrà superare il 50%.
I candidati non potranno presentarsi in più collegi, neanche se questi sono in altre circoscrizioni. Invece, il capolista, potrà essere candidato, massimo, in dieci collegi.
Gli elettori che si troveranno fuori dai confini nazionali, potranno votare per corrispondenza nella circoscrizione "Estero" (incluse Forze armate in missione).
Questo un breve riassunto della nuova legge elettorale. Se vuoi leggere il testo completo (integrale) a questa pagina: Legge Elettorale 2015 troverai il documento ufficiale pubblicato dalla Camera dei deputati.
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