Pubblicato il 29/07/20e aggiornato il

Referendum costituzionale. Testo quesito, cosa cambia?

Il Referendum 2020, inizialmente previsto per lo scorso 29 marzo, è stato rinviato a causa dell'emergenza Covid-19. Le nuove date per il voto sono:
  • Domenica 20 e lunedì 21 settembre
A differenza del precedente, questo referendum costituzionale non ha avuto (finora) molto spazio, sia a livello politico che mediatico.

Sulla scheda elettorale vi sarà un solo quesito, che riguarderà il taglio del numero dei parlamentari, sia alla Camera che al Senato.

Attenzione, però.
Non si tratta di un referendum propositivo, bensì abrogativo. Cosa significa?

Vuol dire che la legge esiste già ed è stata approvata dal Parlamento e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 12 ottobre 2019. In particolare, il testo parla di una riduzione del 36,5% dei parlamentari, alla Camera (da 630 a 400 seggi) e al Senato (da 315 a 200).

Quindi il referendum è stato indetto per la volontà di qualcuno che vuole abrogare (annullare) la legge in oggetto. Ricordiamo che non è previsto il quorum, perciò sarà valido anche se andrà a votare meno del 50% degli aventi diritto.

Il testoquesito, del referendum 2020 dovrebbe essere il seguente:
"Approvate il testo della legge costituzionale concernente 'Modifiche agli articoli 56, 57, 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari', approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - serie generale - n. 240 del 12 ottobre 2019"
  • Se si vota SI la legge rimane valida
  • Se si vota NO si abroga (annulla) la legge
Gli elettori che si trovano all'estero possono inoltrare l'opzione di voto al proprio Comune entro il 19 agosto.

Leggi anche: Referendum, facsimile scheda elettorale.

Seguono testi precedenti

AGGIORNAMENTO: Referendum rinviato per l'emergenza Covid19 (leggi sopra).
Si voterà il 29 marzo 2020 e sulla scheda elettorale vi sarà un solo quesito, che riguarderà il taglio del numero dei parlamentari, sia alla Camera che al Senato.

Segue referendum precedente

Urna e cabine in un seggio elettorale

Come molti italiani avranno ormai capito, grazie alle numerose interviste televisive, i programmi a tema, i talk show, la propaganda politica iniziata da tutti i partiti e la nascita dei vari comitati (per il SI e per il NO), presto saremo chiamati a votare.

Domenica 4 dicembre 2016 ci sarà il famoso referendum costituzionale, così denominato per il fatto che riguarda modifiche al testo della Costituzione.

Gli elettori, in cabina ai seggi, troveranno una sola scheda elettorale con un testo e due possibilità di scelta: votare "SI" oppure votare "NO".

Prima di addentrarci nei particolari, è bene ricordare che per questo referendum non è previsto il quorum, cioè non serve un numero minimo di votanti, la solita percentuale del 50%+1, no. Il voto sarà valido anche senza aver raggiunto il quorum. Quindi, più che mai, è bene recarsi ai seggi per esprimere il proprio voto.

Ora possiamo passare al succo del discorso: qual è il quesito del referendum?

Quesito del referendum costituzionale
"Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione» approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?".
Cosa cambia se vince il SI?

Se dovesse vincere il "SI", cambierà la struttura del Parlamento.

Non più due camere identiche (Camera e Senato, bicameralismo perfetto): ora come ora una legge deve ottenere la maggioranza sia in una che nell'altra camera per essere approvata; se una delle due cambia anche solo una parola nel testo, la legge rimbalza all'altra camera per una nuova valutazione e così via. Con il SI decideranno i parlamentari della Camera e la fiducia verrà votata solo alla Camera. Il Senato entrerà in gioco per le leggi costituzionali.

Meno parlamentari al Senato

Elezioni politiche: si voterà solo per la composizione della Camera, poiché il Senato sarà formato da rappresentati delle regioni (100 in tutto, dei quali 21 sindaci, anziché gli attuali 320). Non avranno lo stipendio da senatori, essendo già pagati per il loro ruolo regionale. Anche i giovani potranno essere eletti senatori (non ci sarà più il limite dei 40 anni).

Il Presidente della Repubblica viene eletto da Senato e Camera, senza i 59 delegati delle Regioni. Egli potrà sciogliere la Camera ma non il Senato, dato che questo è composto da rappresentanti delle Regioni.

Il Governo potrà chiedere il voto per una legge in tempi stretti, massimo 70 giorni. La Camera decide se adottare questo iter oppure no.

Con la vittoria del SI serviranno 150.000 firme per indire un referendum, anziché le attuali 50.000.

Per il referendum abrogativo si abbassa il limite del quorum: sarà sempre il 50%+1, la soglia da raggiungere, ma questa percentuale non si riferirà a tutti gli aventi diritto al voto (totale elettori) ma al numero di elettori che si è presentato alle ultime elezioni. Così si escludono dal totale coloro che non vanno mai a votare e che però, attualmente, incidono sul quorum.

Con il "SI" viene modificato il famoso articolo 117 della Costituzione che sta facendo molto discutere, tra bufale e quant'altro.

Questo articolo è stato variato nel 2001, creando problemi di competenza tra Stato e Regioni su diverse questioni. Non è stato scritto bene e quindi ha dato origine a diverse interpretazioni, adottate una volta dalle Regioni, l'altra dallo Stato: un conflitto di competenza, appunto.
Con il nuovo articolo si vuole superare tale problematica, fornendo allo Stato l'esclusiva per alcune competenze (energia, trasporti, infrastrutture di carattere nazionale, sicurezza sul lavoro, protezione civile, ricerca scientifica). Le Regioni continueranno ad occuparsi di salute, politiche sociali, sicurezza alimentare, istruzione.

L'altra polemica sull'articolo 117 (Costituzione, Parte seconda "Ordinamento della Repubblica" - Titolo V "Le Regioni,le Province e i Comuni") è la modifica di una porzione di testo da "ordinamento comunitario" a "ordinamento dell'Unione Europea". Non cambia niente questo, è la stessa cosa. Il cambio di nomenclatura si deve ai trattati di Lisbona del 2007-2009. Con tale modifica l'Italia non sarà dominata dall'Europa ma continuerà a seguire le direttive comunitarie come ha sempre fatto e fanno gli altri paesi europei.

Potrebbe interessarti: Tutti gli articoli della Costituzione.

Abolizione delle province

Niente più province, la Repubblica sarà formata da "Comuni, Città metropolitane e Regioni".

Abolizione del CNEL

Si cancella l'articolo 99 della Costituzione, scompare il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (costa circa 20 milioni di euro all'anno). In 50 anni è intervenuto solo 14 volte e tutte le proposte hanno avuto esito negativo.

Questo è quanto, abbiamo analizzato i punti principali e cercato di fare un po' di chiarezza, vista la mole di disinformazione diffusa da tv, giornali e dagli stessi politici.

Ricordare di controllare la validità della tessera elettorale e dei documenti di identità, indispensabili per poter votare. I seggi saranno aperti solo la domenica, dalle 07.00 del mattino alle 23.00 di sera.

L'hashtag (parola chiave) nei social network (Facebook, Twitter..) è #ReferendumCostituzionale.

Commenti, opinioni dei lettori
  • Marco
    Non è tutto perfetto ma sono per il si su diversi articoli.
  • Luca
    Le ragioni del No non le scrivete?
    Per Luca
    Salve, qui non si parla di "ragioni" ma di cosa cambia se vincerà il SI. Se vincerà il NO, rimarrà invariata la situazione.

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