Per questo motivo era intervenuta l'Agenzia delle Entrate con un documento (circolare 19/E) che spiega alcune indicazioni fornite negli articoli 3 e 4 del Decreto legge 66/2014.
In pratica il provvedimento determina una variazione dell'aliquota (percentuale) sulle imposte che subiranno conti correnti, depositi bancari e postali, obbligazioni.
L'aumento che interessa diversi cittadini è del 6%, dal precedente 20% all'attuale 26%.
Questa percentuale riguarda gli interessi (non l'ammontare del conto) a partire da quella data, anche se, nel caso di obbligazioni, si posseggono da una data precedente.
Secondo il Cgia di Mestre, l'incremento delle tasse previsto per il conto corrente medio è di quasi 1 euro all'anno. Infatti, con un tasso d'interesse dello 0,13% applicato sui conti, si registra un aumento della tassa annuale da 3,10 a 4,03 euro.
Quindi, i cittadini, le famiglie, che hanno un conto corrente, non subiscono una pressione fiscale significativa.
Nella modifica sono inclusi anche i redditi diversi di natura finanziaria (tranne plusvalenze indicate nell’art. 67 del Tuir, lettera C).
Esempio aumento tassa su rendite azioni
Per fare un diverso esempio, prendendo in considerazione gli investimenti in borsa, abbiamo che, per 10.000 euro di azioni con un tasso del 6%, si guadagnano all'anno 600 euro. La tassazione, in precedenza, era di 120 euro (con il 20%), ma dal 1° luglio 2014, diventa 156 euro.
In pratica, investendo 10 mila euro con interessi al 6%, l'imposta è aumentata di 36 euro all'anno, cioè da 120 a 156 euro.
Percentuale stabile al 12,5% per quanto concerne i titoli di Stato (debito, Boc, Bor, Bop, buoni fruttiferi postali) e i titoli equiparati.
Risorse
Testo: Circolare n. 19/E 27 giugno 2014.
Questo aumento della tassazione ha portato l'Italia allo stesso livello degli altri Paesi Europei, dove già sono attive queste aliquote (in Germania, ad esempio, è al 26,3%).
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